Honky Tonky, Seregno, una tiepida serata d’aprile. Sembrerebbe l’inizio di una puntata di “Blu notte”, invece parliamo di un concerto: va in scena il tanto atteso ritorno dei francesi Chunk! No, Captain Chunk!, visti sul suolo italico ormai parecchio tempo fa, prima del salto che li ha portati a sbarcare oltre oceano e a farsi amare dai pop-punk kids di tutto il mondo. In realtà la data “non è loro”, nel senso che gli headliner saranno i Bury Tomorrow, band metalcore inglese sicuramente non troppo blasonata e pressochè mai affiancata ai grandi nomi di quella scena. Ad aprire due band italiane, The Compromise, completamente mancati a causa della non brillante organizzazione nel gestire gli ingressi da parte del locale, e i For Those Afraid.
Entro e la loro esibizione è appena iniziata: batteria tirata e chitarre e basso molto compatte caratterizzano il loro hardcore melodico, che riscuote un buon consenso da parte del pubblico, partecipe sin dalle prime battute e pronto a supportare la band quasi locale, che suona i pezzi tratti dal proprio esordio “If You Must Be A Bear Be A Grizzly”
Una ventina di minuti circa di esibizione e salgono sul palco i quattro francesi: si, quattro, ne manca uno. Voci di corridoio dicono che il bassista si sia infortunato, mandando quindi uno dei due chitarristi al basso e spiegando la leggera mancanza sonora che giunge alle mie orecchie durante l’esibizione. Pronti, via. Si parte con “Restart”, completamente bruciata dai suoni assolutamente sballati, che vedono cassa e rullante al massimo e il resto degli strumenti al minimo. Qualche minuto per bilanciare ed ecco arrivare un muro sonoro accettabile: loro sono precisi nel suonare (arduo lavoro, comunque ben svolto, per l’unico chitarrista) e carichi a dovere…ed il pubblico impazzisce, cantando tutti i pezzi e popolando il palco, tra manie di protagonismo e stage diving. Tra una frase in italiano e l’altra (scritte per bene su un foglietto) vengono proposti per lo più i pezzi dell’ultimo lavoro “Pardon My French”, tra cui “Taking Chances”, “Bipolar Mind” e “I Am Nothing Like You”, oltre alla recentissima cover “All Star” e l’immancabile chiusura con “In Friends We Trust”. Un buon live quindi, leggermente macchiato dall’inizio sporco ma che alle orecchie dei ragazzi sotto il palco sarà passato sicuramente inosservato, come del resto è giusto che sia.
E’ ora il turno dei Bury Tomorrow. Non conosco la band e non mi sono documentato su di loro, quindi vado alla cieca. Si inizia, e ciò che arriva è una vera e propria manata in faccia: suoni perfetti, carica a non finire e tecnica non indifferente vanno a comporre un metalcore moderno che vede urlare il frontman dall’inizio alla fine del live, a tratti aiutato dalla voce pulita, bellissima, del chitarrista; breakdown in notevole quantità fanno da condimento a pezzi molto elaborati e mai banali, qualità rara direi. La band mette in scena un ottimo show, ma il pubblico non è troppo dalla loro parte, e questo dispiace: come da copione la maggior parte dei presenti non prende nemmeno in considerazione il fatto di sentire come sia “l’altra band”, forse perchè troppo occupati a raccontarsi di quanto siano stati sul palco ad incitare la folla o a scattare delle selfie. E per quanto quella appena trascorsa sia stata una bella serata, questo lascia un po’ l’amaro in bocca.
Thomas Poletti
Foto by R.Magli
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Correlati
うわー、素晴らしい ウェブサイト。のthnx …
国内即発 男性 カバン http://metzgerei-zimmermann.de